1 ► Molti di voi ( noi ) la SEO la usano per l’affiliate marketing: proprio per questo vi riporto questa buona ( non per tutti ) novella: la battaglia di Chromium ( e quindi di Chrome ) verso i “surprising redirects“, ovvero quei fantastici redirect forzati inseriti in modo malevolo nella pagine attraverso ad esempio:
- iframe ( che redirezionano però “tutta” la pagina );
- i fastidiosissimi javascript first click;
- mitico pop up + redirect della pagina “lasciata indietro” tipico dei siti come Adfly.
Personalmente, sono molto contento. Diventerà più difficile trovare le serie in streaming :)? Potete aiutare ad identificare questi comportamenti utilizzando questo form per il report;
2 ► Per la serie #veloavevodetto il disavow preventivo NON è cosa buona come riportato dal nostro “amico” di Google Gary Illyies.
Già 2 anni fa, quando Penguin in teoria penalizzava direttamente il sito che riceveva link spam e non si limitava, come la nuova versione, a “chiudere il rubinetto” del PageRank/link juice proveniente dai link “brutti”, fare disavow preventivo era una cosa che non avrei mai consigliato.
Questo perchè secondo me il disavow è una vera e propria ammissione di colpa” e nessuno me lo toglierà dalla testa.
La negative SEO, spauracchio per il quale il disavow è spesso utilizzato quando non ce n’è veramente bisogno, è differente dalla link building di infima qualità, lascia segnali diversi e sopratutto ha PATTERN diversi e Google lo sa. Il disavow serve a giustificare in modo meccanico la richiesta di riconsiderazione, non a “discolparsi” di qualcosa della quale non si ha colpa ( e Google lo sa ).
Preoccupatevi della negative SEO se e solo se avete fatto VOI STESSI link building tiered o implementato altre strategie scalabili black hat: con ogni probabilità il network dal quale arrivano i link dell’attaccante verrà screditato ( non sarete i soli target, costa troppo il 99% delle volte ) ma il problema è che probabilmente verrà notato da Google il vostro network, e li son dolori. Potrei pensare di fare un disavow senza manual action anche in caso di una grande quantità di link con ancore formate da keyword che vorreste effettivamente spingere: sono quelli i link che “puzzano” davvero.
Non credete a chi vi dice “non avevo nessuna manual action, ho fatto disavow dei link e dopo 2 giorni sono salito MIRACOLO!“: per processare il disavow Google impiega molto tempo nell’ordine di settimane/mesi, non un paio di giorni, parola di Mueller ( anche se non trovo la fonte ). Il clima di terrore instillato da Google e dai venditori di tools per la link analysis continua a far gridare alla penalizzazione davanti a semplici fluttuazioni o verdetti di semplice “bassa qualità”. Diffidate da chi, non facendo questo lavoro, afferma con sicurezza di aver identificato fenomeni che io e i colleghi impieghiamo anni di esperienza per poter anche solo sospettare.
Riguardo alla lentezza del disavow vorrei inoltre aggiungere che:
- Penso richieda un check “manuale” dalla parte di Google, non è uno strumento totalmente automatizzato;
- Penso anche che con ogni probabilità sia un tool studiato per i COLPEVOLI, dei quali Google ha una bassa considerazione e nessuna fretta nel considerare le loro pene;
Detto questo, certamente non dico che Google non possa sbagliare, ho voluto però darvi il mio punto di vista sul disavow preventivo. Meditate!
3 ► Sono state viste da diversi colleghi d’oltreoceano delle description in SERP fino a 230 caratteri, dato confermato da un portavoce di Google ma già in realtà corroborato da alcuni tool che monitorano questo tipo di informazione.
Mi chiedo come venga gestita questa cosa da mobile. Attendiamo l’aggiornamento inevitabile di Yoast, con conseguente apparizione di un sacco di semaforini non verdi e quindi del panico del cliente meno SEO savvy ( non i miei per mia fortuna! ).
4 ► Segnalato nella newsletter di Martinez, questo studio SEO ha un argomento poco interessante ma una forma che invece merita menzione. Finalmente un case study degno di questo nome, almeno nella forma. Come Michael anche io sono in disaccordo con le conclusioni.
Riguardo al come sia scritto, possiamo notare che:
- E’ stato svolto su di un sito reale, non creato ad hoc per l’esperimento e che compete su query artificiali che non vengono neanche prese in vera considerazione da Google, senza nessun “investimento computazionale” su di esse. I “casi di studio” ( ma anche i test ) basati su siti creati appositamente non valgono nulla;
- Ha i dati di Analytics VISIBILI! Che me ne faccio delle colonnine che vanno su e giù? Perchè non mi lasciate giudicare da solo i numeri?
- Non utilizza le “verità SEO” dimostrate solo dall’eco che hanno attraverso gli influencer: non c’è niente di peggio di voler dimostrare qualcosa in modo pseudo scientifico usando concetti che vengono essenzialmente da dicerie e supposizioni.
Ad esempio io credo che il disavow preventivo sia nocivo, come ho spiegato nel corso di questa mail, ma mai mi sognerei di usare per l’appunto un disavow preventivo per giustificare una conclusione in un caso di studio/test. Per quanto io ne sia convinto, non è qualcosa che posso usare per dimostrare in modo conclusivo alcunchè.
Martinez bacchetta lo stesso l’autore ma per la storia completa vi consiglio di iscrivervi alla sua premium newsletter; - Non vuole vendere nulla. Diciamo le cose come stanno: il 90% degli studi ha come baseline “Abbiamo scoperto XXX, potete sfruttarlo/difendervi da esso, ohibò, con il nostro tool!“. Ora, non dico che ci siano solo cazzate nei blog di questi vendor, ma dubiterei dei loro contenuti ancora più a lungo e più intensamente che per qualsiasi caso di studio “privato”;
Diffidate da chi porta casi di studio basati su siti senza senso per un essere umano, senza uno scopo, con i dati oscurati, le url oscurate, che affermano senza corroborare nessuna affermazione con dati o fonti che siano tendenzialmente molto affidabili. Diffidate da chi vi spiega la SEO, più in generale, anche di me.
5 ► Riguardo al “leggere di SEO”, vi appoggio qui questo articolo di Martinez del 2009 che non avevo mai letto neanche io ma vi consiglio CALDAMENTE di leggere.