► Finalmente inizio ad avere il tempo per tornare a produrre video su YouTube!
Ho iniziato inaugurando una nuova rubrica chiamata anSEOlitico : vorrei creare una serie di video di debunking e di chiarimenti su tutte quelle cose che provocano ansie irrefrenate e spesso immotivate a chi ha le idee confuse sulla SEO, il tutto condito con un po’ di sana ironia.
Chi mi ha conosciuto personalmente sa che sono MOLTO meno ingessato di come appaio sui vecchi video e sui social, e ho deciso di “lasciarmi andare” anche in video, spero non dia troppo fastidio :).
Il primo video parla di Referer Spam / Ghost Spam, passatelo a tutti gli amici/clienti che non dormono la notte per i “Vote for Trump”!
► [ via Danilo Petrozzi ] Danilo Petrozzi a inizio settimana ha segnalato una Reccomandation del W3C ( il World Wide Web Consortium, praticamente quelli che decidono quali standard usare per il web ) molto interessante
Si tratta in buona sostanza del fratello maggiore del vecchio “PINGBACK”, un sistema di notifica delle menzioni nelle pagine web. Il destinatario in buona sostanza “le richiede” perchè deve attivamente installare del codice per riceverle.
Riporto integralmente l’analisi di Danilo perchè, essendo stata fatta su Facebook, sarà difficile tenerne traccia in seguito ( ed è interessante ):
“Ma allora non sono l’unico pazzo che ha il coraggio di leggersi i paginoni di W3C 😀 Vi faccio un riassunto di come la vedo io:
Come tutte le PR del W3C la strada è lunga, ma sostanzialmente è un’evoluzione del pingback che potrebbe avere ricadute SEO mostruose.
Per come è stato concepito, il webmention metterà in comunicazione (praticamente real-time) sorgente e destinatario di un link (appunto, una “web mention”). Secondo le specifiche, questo nuovo “sistema” verrà implementato dai vari CMS, dagli stessi browser e ovviamente dai server che dovranno gestire il tutto in modo automatico (bisogna vedere in che modo diventerà uno standard, ma W3C “comanda” per cui non mi preoccupo :D)
Esempio: faccio un post su un mio blog dove parlo di quanto è bella la newsletter di Emanuele e metto un link al suo sito, usando il rel=”webmention”. Cosa accade (in teoria)? Il mio server (sender) invia istruzioni automatiche a quello di Emanuele (receiver) con tutti i dati del caso. Questo significa che Emanuele viene “avvisato” in tempo reale che il sito XXX di Danilo lo ha appena linkato.
Questo significa che:
– il link viene scoperto da Emanuele in tempo reale (ciao ciao majestic :D)
– se emanuele ha un CMS idoneo (sicuramente WordPress sarà uno dei primi ad adeguarsi) magari ha dei plugin che leggono le webmention e aggiornano un widget in sidebar del tipo “Ultime menzioni dal web:” con una lista dei link (in tempo reale, ricordiamo!) che ha ricevuto
– magari, sempre tramite CMS o tramite un componente Apache o (boh?) Emanuele ricevere un’email di notifica ogni volta che il suo server riceve una web mention, per cui gli arriverebbe immediatamente un messagio del tipo “1 secondo fa Danilo ha pubblicato il post XXX in cui linka la tua pagina YYY”
Se domani cancellassi il mio post? No problem! W3C ha previsto anche il sistema di cancellazione o di aggiornamento del “sender”. Se io dovessi aggiornare o eliminare la pagina in esame, partirebbero nuovamente tutti i “webmention” verso i receiver passati, che verrebbero aggiornati sulla situazione (Danilo ha aggiornato il post e la tua menzione è ancora presente OPPURE Danilo ha eliminato il post e la tua menzione è scomparsa). Avendo queste informazioni in tempo reale, l’eventuale CMS ricevente/codice PHP/JS/quello-che-vi-pare può agire di conseguenza.
Se diventasse uno standard, vi pare che non uscirebbero immediatamente dei plugin per WP/Joomla/ecc in grado di aggiungere il rel=”webmention” in automatico su tutti i link esterni? Mi ci gioco casa 🙂
Inoltre: se io linko Moz.com perché negarmi la possibilità di farmi vedere da Rand? Magari ricambia la gentilezza e mi becco un bel link di ritorno (ecco che il webmention diventa pure una strategia di link building oltre che di analisi :D)
Altra cosa che mi viene in mente: faccio link baiting creando un’infografica. Nel codice che propongo agli utenti, nel caso volessero copiare/embeddare, già ci infilo il webmention. Se qualcuno decidesse di embeddare la mia infografica sul proprio sito, io verrei avvisato immediatamente. Non dovrei fare altro che guardare il mio widget/log/server/qualsiasialtracosa per controllare come stia andando la campagna.
Stessa cosa vale per i social network: facebook, twitter, ecc implementerebbero subito il webmention automatico sui link esterni condivisi dagli utenti. Si garantirebbero una visibilità pazzesca (ricordiamo, in real time). Se io controllo un mio sito e mi accorgo di decine di webmention in tempo reale provenienti da facebook, la prima cosa che farei è aprire i post di quelle persone per vedere cosa hanno condiviso e di cosa stanno parlando. Come me, chiunque farebbe così. (il webmaster classico si trasformerà inevitabilmente in real-time-social-media-manager?)
Io ho fatto 2 o 3 esempi, ma ce ne sarebbero decine da fare. Il concetto di fondo è: webmention permette di notificare i link in tempo reale, mettendo in comunicazione mittente e destinatario al momento della pubblicazione, e di mantenere queste informazioni aggiornate nel corso del tempo. A voi le conclusioni =)”
Gli scenari che questa cosa apre sono molto interessanti.
Segnalo anche un’analisi di Marco Salvo sulla questione, per chi volesse ulteriormente approfondire.
► [ via Amin El Fadil ] Il buon Amin segnala la release di una nuova versione di SEO Tools for Excel, che mi dava troppi problemi l’ultima volta che lo usai mesi fa. Molto simpatico, con la possibilità di sfruttare le API dei Tool per velocizzare moltissimi task SEO. Dateci un’occhiata.
PS: Se avete bisogno di comprare Excel ( OpenOffice mi spiace ma ha troppi problemi, sopratutto nei fogli di calcolo ) potete trovare Office 2010 LEGALE a meno di 20 euro qua. Non mi hanno pagato e non ho ( purtroppo ) la affiliazione, state tranquilli!
► Addio al content keywords su Search Console, tool sostanzialmente inutile e anzi foriero di ansie e paure immotivate ( “oddio ma Guggol pensa che il mio sito parli di “fare” ???” ). Google non ragiona sulle “keyword” che citate nei vostri documenti, ragiona sulle query che rileva voi possiate soddisfare.
Se volete capire Google cosa “capisce” approssimativamente del vostro documento, usate SemRush.
Una volta usavo anche il campo “URL” del keyword planner, è simpatico perchè ti divide quello che rileva in adGroup, che sono un buon modo per capire come semanticamente Google divide certe query ( non è un sistema perfetto, naturalmente search e adwords sono regolati da algoritmi diversi, ma penso che qualche influenza la abbiano uno sull’altro nello sviluppo tecnologico ).
► Tempo fa il bravo Giovanni Sacheli chiese su cosa potesse scrivere il prossimo articolo, lo “sfidai” sullo hreflang, argomento sul quale in italiano si trovava molto poco. Ebbene, come al solito ha sfornato una vera e propria reference che vi consiglio di salvare nei segnalibri.
Molti non pensano al fatto che hreflang serve di fatto a veicolare traffico in una lingua X dal motore di ricerca regionale sia della lingua X che dalle altre!
Ad esempio, serve a far capire a Google quale pagina qualcuno che cerca da un terminale INGLESE in ITALIA dovrebbe visualizzare ( spoiler: una pagina in inglese! ). Non serve solo ad “evitare duplicazione” ( che per altro, a detta di tanti Googler ultimamente, non esiste riguardo ai contenuti tradotti. Però calmate gli scraper ) o a segnalare lingue diverse per regioni diverse.
Insomma, mettete da parte questo bell’articolo, vi servirà.
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|■ Cosa dicono i vicini: news dal mondo non-SEO che toccano la SEO!
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► [ via Maurizio Ceravolo ] Amazon ha un servizio di tir per trasporto dati.
Quando devi mettere dei PETABYTE sul cloud, si fa prima così. Sono moli talmente enormi di dati che solo considerarle mi provoca una risata isterica. Leggete, sono sicuro vi farà lo stesso effetto! E poi vi lamentate quando scaricate la cartella upload di un WordPress ( io lo faccio ).
► Sempre sul versante Amazon, date un’occhiata questo negozio senza personale di Amazon, chiamato Amazon Go.
Un ottimo esempio di come Internet neanche troppo lentamente stia violando i confini della realtà “fisica”.
Un ottimo esempio per mettersi a pensa come si farà SEO con i personal assistant: se l’utente chiede “qual’è il prodotto più detetico tra quelli che sono disponibili in questo store?” qualcuno dovrà portare dati, non solo “scientifici” ma anche di sentiment. Le opinioni altrui sono molto importanti, Google e soci lo sanno. Iniziate a raccogliere segnali veri va la.
Un ottimo modo per avere la scusa di schedarci tutti, urla il gomblotter che in me solitamente tace. Brace Yourselves.
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|■ SEO Meteo
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Nulla da segnalare, a parte un freddo becco che rallenta ogni mia funzione vitale e quindi qualsiasi attività SEO :). Copritevi!
Buona settimana,
E.V.