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Home > EV SEO Podcast [SEO da ascoltare] > La Verita sullo Speed Update di Google – EVSEO Podcast #1

Pubblicato il 2018-01-21

Ultima modifica il 2020-02-03

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Il 17 Gennaio 2018 c’è stato l’annuncio ufficiale di Google a riguardo dello Speed Update che verrà rilasciato a Luglio 2018.

In buona sostanza Google estenderà la misurazione del segnale di ranking relativo alla velocità di caricamento dei siti web ( o come dicono loro della velocità dell’esperienza utente ) alle ricerche mobile. Si parla appunto di estendere perchè già dal 2010 la velocità, o anzi la lentezza delle pagine web era un segnale di ranking. Vorrei chiarire alcuni punti importanti perchè ho visto tanti blogger SEO partire alla carica e storpiare il senso di questo annuncio, creando una prima ondata di panico totalmente infondato.

Copertina dell'EV Podcast intitolato "La verità sullo Speed Update di Google"

Riassunto del comunicato di Google

Di seguito i punti chiave dello Speed Update discussi nel comunicato:

  1. Questo update estende alla mobile search la misurazione della velocità come fattore di ranking, data di rilascio Luglio 2018;
  2. Il target sono le pagine TROPPO LENTE e non quelle particolarmente veloci;
  3. E’ specificato che l’intento di ricerca nella query è una segnale “molto forte” e quindi una pagina lenta può comunque posizionarsi bene;
  4. Viene dichiarato che nessun tool è in grado di dire con certezza se una pagina è conforme o meno con gli standard che l’algoritmo valuta in base a questo segnale, ma vengono segnalati Chrome User Experience Report, Lighthouse e PageSpeed Insights;

Andiamo ora ad approfondire i passaggi importanti.

Cosa viene realmente inteso come “page speed”

Innanzitutto partiamo col precisare che ciò che viene misurato da questo segnale non è la Page Speed intesa come la valutazione di Google fatta dal tool omonimo. Non è il numerino che trovate in GTMetrix o Pingdom. Di fatto non è neanche la velocità in senso stretto: ciò che viene misurata è la eventuale lentezza del vostro sito web.

Questo pezzetto dell’algoritmo infatti andrà a impattare una piccola percentuale delle query, anche questo dato, se così si può dire, ufficiale offerto da Google, andando a impattare negativamente il posizionamento dei siti più lenti di una soglia che non sapremo mai esattamente quale possa essere, probabilmente dinamicamente misurata e determinata giorno per giorno.

In buona sostanza, verranno puniti i siti troppo lenti, perchè come giustamente dice Google la lentezza è un fattore molto negativo nell’esperienza utente.

In che misura impatterà i siti colpiti

Non ci è dato e non ci sarà dato di sapere quanto sarà esattamente impattante ( vi prego di non usare la parola penalizzante, nella SEO una penalità è ben altra cosa, pensate a Google Panda ), ma a rigore di logica è inutile fare dei grandi calcoli su un aspetto così delicato di un sito web: che si voglia acquisire traffico da Google o da qualsiasi altra fonte offrire un’esperienza lenta ed esasperante è deleteria, punto.

Non bisogna pensare a quanto si può essere lenti senza fare arrabbiare Google, bisogna pensare a quanto si possa divenire più veloci nel servire le pagine. Avere un sito lento è deleterio anche se il sito viene visualizzato solamente da chi prende il nostro biglietto alla fiera di settore e non si hanno altre fonti di traffico. La lentezza esaspera e da un senso di poca professionalità, quasi di cialtroneria.

Sono molto contento che Google abbia fatto una doverosa precisazione: prevedendo i soliti piagnistei relativi al fatto che “il sito che carica in 10 secondi si posiziona meglio del mio che carica in 2 secondi” hanno voluto rimarcare che ci sono segnali molto più importanti e influenti sul posizionamento, ad esempio la rilevanza all’intento di ricerca di un documento. Non stiamo parlando di un algoritmo on/off come Panda. Un po’ come la presenza o meno di una versione mobile o responsiva del sito, è sicuramente qualcosa di altamente desiderabile per i propri utenti ma non è un elemento che se mancante porta automaticamente all’esclusione dalle prime posizioni.

Sempre similarmente a Panda è già stato affermato in una intervista al personale di Google che questo segnale agirà in maniera completamente algoritmica: non vi sarà nessun messaggio in Search Console. L’unica cosa che possiamo fare è, semplicemente, far si che i nostri siti web siano belli veloci.

Come rendere veloce un sito web

Per ottimizzare la velocità di un sito web esistono tantissime guide, io ne ho fatta una specifica sull’ottimizzazione delle immagini che sono un aspetto cruciale rispetto alla velocità di un sito web. Per una guida che parla più generale di come rendere più veloce un sito web vi rimando a questa guida di Alessio Pomaro, che ha l’unico difetto di parlare di come “aumentare il Page Speed” quando di fatto parla di come aumentare la velocità del sito in se. Concentratevi sulla velocità effettiva più che sulla metrica di Google. Per il resto è un’ottima guida base.

Se non avete voglia di leggervi una guida posso consigliarvi di:

  • curare il codice evitando che sia prolisso o inutilmente pesante;
  • diminuire le chiamate a librerie e fogli di stile;
  • minificare le librerie e i fogli di stile;
  • utilizzare sistemi di caching;

Così facendo raggiungerete già un livello di ottimizzazione molto superiore alla media ( molto, molto bassa ) dei siti web, sopratutto in Italia. Naturalmente non aspettatevi miracoli se utilizzate un hosting da 10 euro annui. Se volete un consiglio io utilizzo solamente Cloudways (raro link affiliato per pagarmi il server!);

Per concludere niente panico: se il vostro sito è lento semplicemente rimboccatevi le maniche e migliorate la situazione, ma fatelo per i vostri utenti più che per Google. Cosa state aspettando?

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