Megamenu: quando implementarli e perché
Il mitico megamenu: quando e soprattutto perché decidere di implementarlo? Inizia così la mia chiacchierata con il mio amico Walid Gabteni, SEO tanto bravo quando concreto! Buon ascolto!
Emanuele: ciao a tutti e benvenuti al SEOlotto. Oggi sono qui con il mio amico Walid Capteni, ciao Walid
Walid: ciao Emanuele, ciao a tutti
Emanuele: oggi parliamo di una roba di cui voglio parlare da tanto tempo. So che Walid ha delle cose da dire su questa cosina qua, che è il Mega-menù, e con la scusa del Mega-menù, parlare un po’ di struttura, soprattutto dell’e-commerce. Perché Walid, tu mi insegni, il mega-menù ha più o meno senso solo in quei contesti lì. Sei d’accordo?
Walid: no, veramente no. Ci sono dei siti che non sono e-commerce, dei siti molto grossi, con tantissimi contenuti, tante categorie diverse in cui il mega-menù ci sta. Ma il problema non è il mega-menù, è quando viene fatto senza alcuna considerazione sulle priorità.
Emanuele: Certo, io con mega-menù intendo quei menù che includono per lo meno tutte le pagine di…chiamiamole tassonomie. Cioè tutte le pagine che hanno in cascata delle figlie che possono essere delle categorie di un e-commerce. Sì, il mega-menù poi può avere senso, per esempio, in un sito di listing. Può avere senso in un sito, come dici tu, dove ci sono tante tante pagine e, secondo me, può avere un senso proprio quando ci sono tante tante categorie, cioè tante pagine che raccolgono.
E per mega-menù io intendo anche quei menù agghiaccianti dove la gente si sente in dovere di mettere, per esempio, i post con le thumbnail delle immagini, delle robe artificiose, arzigogolate, magari caricate in Javascript. Così google, il 90% delle volte, non le riesce a vedere perché sono implementate male senza caching o senza niente del genere.
E, come dici tu, io ho dell’antipatia verso il mega-menù perché spesso viene implementato – per quella che è la mia esperienza parlando con i clienti – come dici tu, senza fare troppe considerazioni, perché si ha la paura che le persone non riescano a vedere determinate pagine, quando invece è una questione di esperienze sul sito far vedere le pagine. Anzi, essere una cosa, una voce tra 100 voci, o essere una voce tra 5 voci è chiaro che, nel secondo caso, questa singola voce sarà più visibile.
Walid: assolutamente sì, troppe informazioni alla fine danno l’effetto inverso.
Emanuele: e poi lo stesso impatto ce l’abbiamo sul page rank. Io quando entro dentro a un e-commerce a fare una consulenza, la prima cosa che chiedo è “che cosa fai?”, “cosa vendi?”, “ma non hai delle cose più importanti di altre da vendere?”. Guardiamo il tuo mega-menù, “ma è tutto importante uguale?” a livello anche commerciale. Perché spesso negli e-commerce vedo che ci sono dei prodotti corollario, cioè dei prodotti che possono far parte dello stesso acquisto.
Mi viene in mente, perché ultimamente ci sto lavorando, un sexy-shop. Ci sono tutti i vari giochi, che non menziono per non essere censurato da Spreaker, ma insieme magari vendi i lubrificanti o le pile, perché per questi giochini servono delle batterie, per intenderci. Però, per esempio, le batterie non sono una roba che deve stare nel menù di un sexy-shop. Secondo me può essere un’opzione nel carrello “vuoi comprare insieme a questa cosa delle batterie?”. E ho tolto una voce dal menù, l’ho reso meno confusionario, ho mandato page rank più sui giochini che voglio posizionare. Ho fatto una cosa migliore, questo è un mini intervento diciamo. Tu che esperienza hai con i mega-menù sbagliati?
Walid: il problema non è il mega-menù di per sé. Ancora una volta, è quando è fatto senza alcuna considerazione. Quando vai a studiare la strategia di visibilità, o quello che dovrebbe essere la strategia di visibilità, ti rendi conto che hanno messo allo stesso livello tutte le categorie, tutti i prodotti. Mentre, come dicevi tu giustamente, non tutti sono importanti. Il mio problema, ancora una volta, è quando questa cosa non è controllata ed è fatta a prescindere, senza tener conto dell’analisi che è stata fatta, lo spero, prima.
Emanuele: esatto, auspicabilmente fatta. Il problema è che spesso questa analisi non c’è.
Walid: Esatto. Poi c’è il discorso del page rank. Ne dobbiamo tener conto perché ovviamente, più aggiungi link nel menù, più avrai delle pagine sul sito che contengono tanti link interni quindi tanta diluizione del page rank. Questa diluizione può avere un vantaggio o uno svantaggio, dipende dalla strategia di visibilità. Se miri a un posizionamento su delle chiavi molto generiche, quelle che matchano con le macro-categorie, non ha veramente troppo senso aprire il mega menù, avere dei mega menù. Forse ti conviene avere dei menù molto più snelli, per dare la priorità a queste pagine.
Poi una volta che l’utente è arrivato sulla categoria, magari può trovare le sotto-categorie. Per alcuni siti e-commerce, ti accorgi quando hai fatto l’analisi delle parole chiave, che la maggior parte del business deve venire dalle pagine prodotto o le pagine di sotto-categorie. Che sembrano meno importanti a livello di volumi di ricerca però, messe tutte insieme, ti accorgi che rappresentano la maggior parte del traffico potenziale.
A questo punto c’è una considerazione da fare. Forse queste pagine sono più strategiche che le macro-categorie. Allora lì mi torna la riflessione sulla possibilità di usare dei mega-menù in modo tale da riavvicinare le pagine di sotto-categorie e, di conseguenza, le pagine prodotto, quindi le pagine profonde, di riavvicinarle alla home page. Ma non solo alla home page, a tutte le pagine del sito, di risparmiare un click. Questo ti costa una diluizione del page rank, ma forse questa diluizione è un vantaggio alla fine.
Emanuele: è strategica
Walid: sì, sicuramente facendo così, perdi un po’ di page rank sulle macro-categorie, che dovranno per forza condividere il page rank con più pagine. Ma nello stesso tempo dai un vantaggio a tutte queste pagine profonde che in realtà, nel tuo caso, sono strategiche. Non ho niente contro il mega-menù, il mio problema è quando le cose vengono fatte senza riflettere. E potrei dire anche l’inverso. C’è questa moda del SEO siloing, che ti dice che è la strategia che dovete seguire se avete tante categorie, ecc. È sbagliato generalizzare.
Emanuele: sì, assolutamente. Quello del siloing è una generalizzazione contro la quale ho fatto diverse discussioni. Nel senso che la struttura del sito deve essere, come dici tu, costruita dopo un’attenta analisi e non è detto che ci voglia il siloing, non è detto che ci voglia il mega-menù e, soprattutto, non sono neanche delle vie esclusive, cioè una non esclude l’altra a livello di struttura, si può fare un mix.
Io spesso e volentieri lavoro, quando cerco di posizionare qualcosa, soprattutto quando si parla di una mamma con i figli, come può essere la categoria di un e.commerce, ci deve essere secondo me un legame a livello semantico. Io li chiamo proprio i cluster semantici. Cioè, c’è al centro una pagina delle figlie che sviluppano un certo discorso. Se vogliamo parlare di ottimizzazione su parole chiave generaliste, non nomi di prodotto specifici. Nel menù ad esempio, prima quando parlavi, mi è veniva in mente che ci sono dei siti, indipendentemente da cosa si vende e come lo si vende, esistono delle situazioni differenti. Cioè, come giustamente dici tu, spesso c’è lo specchietto per le allodole della pagina di categoria che sono magari delle query più ambigue con più volumi di ricerca quando, in realtà, non solo ottiene spesso più traffico sulle pagine di prodotto, ma sulle pagine di prodotto converti di più.
Perché se uno cerca il prodotto direttamente e trova il prezzo giusto, con le condizioni di spedizione giuste, e lo legge nel momento giusto in cui ha il portafogli già mezzo aperto perché voleva comprarsi questa cosa qua, ti compra la roba. E invece metterlo davanti alla scelta e al rimuginare, può essere addirittura controproducente da questo punto di vista. Poi ben venga che si posizioni sia la pagina di categoria che la pagina di prodotto, per carità. Però, soprattutto con dei prodotti con dei nomi molto specifici come possono essere per esempio alcuni sex-toys di alcune marche che hanno proprio dei volumi di ricerca loro, perché sono stati pubblicizzati, trattatiti in questa o quella rivista. Per esempio, fa ridere, molti non lo sanno ma su Porn-hub ci sono le recensioni di molte di queste robe qua.
Walid: quindi questo crea ricerca
Emanuele: si si, certo. Crea consapevolezza e crea ricerca. Ci sono come gli Youtuber che fanno le recensioni dei telefoni, ci sono le attrici e gli attori che li provano in quel momento li, le recensioni di questo e di quel giochino lì. Fa molto ridere, tra l’altro così avete anche la scusa di andare su Porn-hub e farvi beccare che stavate studiando la SEO.
Walid: altra cosa sulle chiavi generiche. Veramente bisogna tener conto… anche dopo l’ultimo aggiornamento, l’ultimo core update, ci accorgiamo che sono meno stabili.
Emanuele: parliamo di maggio, di core update. Scusa se ti interrompo ma visto che, magari questa cosa viene ascoltata tra 6 anni, siamo a maggio 2020 per essere precisi, scusami
Walid: grande Emanuele, hai fatto benissimo. Ci accorgiamo che le posizioni meno stabili spesso son legate a delle chiavi generiche su cui google ha affinato, migliorato, la sua percezione dell’intenzione di ricerca. Che ovviamente è molto più incerta quando la chiave è generica. Quindi lavorare anche sulle chiavi di coda lunga molto specifiche, oltre a portarti delle visite più targettizzate, ti dà anche delle posizioni più stabili, non sempre però in generale è così. E quando studi i siti che hanno perso tanto traffico, spesso le perdite più grosse provengono appunto da queste chiavi più generiche.
Emanuele: È l’ambiguità, essendo che lui di base forse non c’ha capito ancora niente, quando inizia a capirci qualcosa, o pensa d’averlo fatto, e stravolge la SERP, uno può scendere perché magari la SERP diventa locale, perché la SERP diventa una SERP di video. Mi è capitato di vederlo. Se si posizionano solo video dopo sono problemi se tu hai la pagina di un blog.
Walid: sì, assolutamente. Ora ad esempio, parlavi del settore un po’ adult, ci sono delle query che da un update all’altro erano delle query adult, poi son diventate mainstream, dove tutti i siti adult sono spariti. E ora dopo l’ultimo update sono ritornate adult. E lì ti sto parlando di query veramente generiche.
Emanuele: lì non c’è mega-menù che tenga
Walid: no, lì purtroppo non c’è mega-menù che tenga. Tu puoi fare quello che vuoi, se google ha deciso che la query ha tale intenzione di ricerca, non ci puoi fare niente.
Emanuele: tornando a bomba sui mega-menù, lo chiedo prima a te poi vediamo se siamo d’accordo. Così faccio anche la figura dell’intelligente, faccio parlare prima a te che sei più bravo. Mega-menù quando si fa assolutamente, secondo te? Quando è una scelta giusta? Quando andrebbe implementato?
Walid: ti devo ripetere quello che ho detto prima. Secondo me è giusto quando hai deciso che strategicamente devi puntare sulle pagine profonde, sul business di coda lunga. Allora a questo punto il mega-menù è la scelta giusta per garantire a queste pagine profonde di avere più page rank. Però può essere non obbligatorio anche in questo caso, se il settore non è troppo concorrenziale. Perché puoi benissimo decidere di non usare il mega-menù, quindi volontariamente non massimizzare i page rank di queste pagine profonde perché, anche se gli arriva poco, magari questo poco gli basta.
Non sono delle scelte facili perché tutto questo non è semplice percepirlo prima.
Emanuele: infatti, bravo. Dicevo bravo perché hai anticipato una mia riflessione/appunto. Il mega-menù ha un problema grosso cioè che rende necessaria, a parità di prodotti. Essendo che tu di base decidi che ci sono più pagine che devono posizionarsi, che sono importanti, perché nel menù tu tendi – dovresti perlomeno tendere – a mettere le pagine più importanti del sito o, come dico io, quelle che fanno partire un’esperienza che ti porta alla conversione. Tu tracci i sentieri che portano al raggiungimento dell’obiettivo che tu ti poni per il sito da parte degli utenti, che può essere comprare, arrivare a iscriversi, vedere la tua pagina perché così ti senti bello e importante. Qualsiasi obiettivo abbia il sito, richiedono più link perché ci vuole più page rank da spingere giù da questa struttura, no?
Walid: assolutamente
Emanuele: penso sia una scelta che va sempre molto ponderata perché è coraggiosa. Come hai detto tu la parola magica, e cioè a bassa concorrenza. Se tu sei un settore a bassa concorrenza, o stai posizionando dei prodotti con dei nomi molto specifici ma già conosciuti perché hai brandizzato tu un certo prodotto con un certo nome è un conto, e ti posizionerai, e ci sta di metterlo nel menù perché magari uno che arriva sul sito della Duracell, per esempio, e cerca la pila Pippo, si aspetta di trovarla nel menù perché l’ha vista in TV e la deve comprare.
E anche dalla SEO – a parte che la Duracell probabilmente prenderà relativamente tanti link, che poi non è neanche detto a dir la verità – e comunque un brand famoso prenderà tanti link, ha meno problemi da questo senso.
Ma se tu pensi dal mega-menù di posizionare dei prodotti con dei nomi generici, con lo stesso nome di mille altri e-commerce non-branded o multi-branded come può essere il tuo, diventa tosta. Dopo devi spingere di più perché anche il core budget è minore rispetto al numero dei link che hai e non è detto neanche che dal menù google arrivi a vedere tutte le cose quando hai 200, 300, 500 voci come mi è capitato di vedere.
Walid: assolutamente. E poi fai bene a parlare dei back links, quindi i link che provengono da altri siti perché, me lo son scordato, ma anche questo è un parametro importante nella scelta della tipologia di navigazione, dell’architettura del sito. Perché scegliere il mega-menù o non mega-menù, è una scelta di come gestiamo il page rank interno del sito. Poi la quantità di page rank che circola, qualsiasi sia stata la nostra decisione, dipende in grande parte da tutti quei link che abbiamo in entrata
Emanuele: è chiaro. Perché se fare un mega-menù con 2 back link da 2 directory marce, non è una grande idea se uno vuole avere un pelo di traffico su un prodotto. Io soprattutto nei progetti in nascita, in crescita, dico sempre che ci vuole della gerarchia, che noi lavoriamo con una scarsità di risorse, una scarsità di page rank che bisogna convogliarlo sulle pagine che ci fanno partire il business, che ci fa partire il sito, che ci fa lavorare, ci fa funzionare da subito. Poi più avanti si possono prendere delle decisioni, aprire questa cosa, certo.
Walid: Assolutamente, assolutamente. E poi c’è anche il discorso della user experience…
(continua nella prossima puntata!)