1 ► Secondo i dati raccolti dal buon Barry Schwartz l’aggiornamento di Google ( nome in codice “Maccabees” ) avvenuto intorno al 12 Dicembre verte intorno a:
- Permutazioni di Keyword. Avete presente quei bei siti ultraspam formati da un cluster di pagine praticamente identiche basate ad esempio sulla logica delle permutazioni quali “Idraulico + [ quartiere della città ]” ? Pare siano state prese a schiaffoni. La cosa tragicomica è che, di fatto, per tante query locali questi siti funzionano alla grande. Mi capitò proprio questa estate un idraulico di una grande città italiana che mi disse “Emanuele se ho capito bene il mio sito viola ogni regola di Google ma converte tantissimo, riesci a farlo diventare non penalizzabile con gli stessi risultati?“. La mia risposta è stata “tieniti stretto il sito finchè funziona e semmai sviluppane un altro parallelamente“. Se una SERP è invasa da contenuti di questo tipo e ne avete già uno con tali caratteristiche tenetevelo stretto finchè dura. Se iniziate ex novo, testate prima una soluzione più futureproof, con un sito che presenta i servizi nel dettaglio e utilizza segnali geolocalizzati “puliti” senza sovraottimizzare. Detto questo non ho notizie di siti di questo tipo colpiti dall’aggiornamento in Italia, se ne avete e volete passarmi anche solo privatamente l’indirizzo ve ne sarei grato!
- Problemi legati alla qualità ( Fred style ). Siti “anonimi”, intesi come siti genericamente brandizzati che non escono mai dalla dimensione del loro sito: solo link in ingresso ( via link building ) senza menzioni, social, discussioni online, mai citati se non tramite link. Siti 100% affiliate drivenche qualitativamente per Google sono bassi, anche con i migliori contenuti possibili: questo perché la qualità per Google riguarda il “punto medio” dove si incontrano le aspettatevi degli utenti per una query X. Se gli utenti si fidano più volentieri della “firma/brand/entità definita ( comuni, enti… )” e Google lo rileva ad esempio perché viene prediletto quando si tratta di decidere su quale risultato cliccare, questo sito vi mangerà in testa sempre e comunque sulla query, almeno finché non farete decidere a Google che il preferito siete voi.
Hanno pagato pegno, da questo punto di vista, anche i siti ufficiali di diverse star americane che, a detta di Glenn Gabe, vengono trattati semplicemente come un “sito qualsiasi” e spesso soffrono di problemi di qualità. Una situazione bizzarra ma quantomeno confortante a livello di “parità di possibilità” no? - Doorway Pages. Non ne parla Schwartz ma secondo altri operatori, sopratutto sui forum americani, c’è un focus sulle mitologiche doorway pages: sono di fatto delle landing page iperottimizzate e create esclusivamente per i motori di ricerca per creare in pratica un funnel verso la pagina veramente utile ( per noi e per gli utenti ). Spesso sono, come dice Mueller, vere e proprie “SERP”: ricordo quando ebay fu mazziata selvaggiamente per quelle che erano di fatto liste prodotto con target specifico su di una “long tail”. Se cercavate il nome generico del prodotto atterravate in pagine con una lista di questi prodotti invece che sul singolo prodotto, un po’ come fa Amazon tutt’ora.
Detto questo, Danny Sullivan in un tweet ha confermato che si tratta di un update come un altro dal punto di vista di Google: loro non hanno stimato/calcolato un impatto differente da quello che può avere un qualsiasi altro update giornaliero. Semplicemente più persone hanno riportato cambiamenti nelle varie community, e non stento a crederlo. Vero anche che io e altri colleghi abbiamo notato periodici ( diciamo 1/2 mesi ) update più impattanti del solito sulla qualità dei contenuti, sulla quale farò un articolo e un video dedicati quanto prima.
Nel mentre come regalo di Natale in ritardo vi “appoggio” le slide del mio intervento al Rocket Science SEO dedicate alla query expansion, spero possano farvi riflettere già così su cosa Google ricerca nella “qualità”, come la identifica e come lo fa: https://drive.google.com/drive/u/0/folders/0Bx4FfBHt2wt5YzhOck96Wm1IUTg
2 ► Il buon John Mueller ci da ripetizioni sul comportamento dei “trailing slash“, in poche parole su cosa cambia tra www.sito.com/pagina e www.sito.com/pagina/ ( spoiler: sono due pagine diverse! ).
Anche a livello SEO può fare tutta la differenza del mondo e si tende a ignorare questa nozione perchè CMS come WordPress ci “abituano male” ( o forse “troppo bene” ) trattando la questione automaticamente con un redirect. Anche in questo caso, per altro, nell’internal linking dei siti che analizzo mi capita di vedere non di rado utilizzare senza fare troppi complimenti ambedue le versioni, con conseguente creazione di redirect inutili che appesantiscono inutilmente il crawler. Correggete :).
3 ► Molto affascinante questa rete neurale specializzata chiamata “Neural Image Assessment“ ( NIMA per gli amici ): si occupa di prevedere se un utente medio giudicherà un’immagine “good looking/ di bell’aspetto” ovvero se tecnicamente rispetta gli standard di un’immagine di alta qualità ( compressione, artefatti, contrasto…) e sopratutto “attractive/attraente“, ovvero se risulterà esteticamente bella. Personalmente trovo il concetto stesso a metà tra lo sbalorditivo e il ripugnante. Riguardo ai suoi utilizzi, vi traduco al volo un passaggio dell’articolo
“(…) Ad esempio, potremo rendere possibile agli utenti identificare con facilità la migliore immagine tra tante; rendere possibile catturare immagini in modo più evoluto con un feedback in real-time. Sul versante post-processing questi modelli possono essere utilizzati per guidare gli operatori nel produrre immagini che risultino percettibilmente migliori ( per gli osservatori N.D. Emanuele ). In pratica un network NIMA ( e altri come lui ) possono fungere da ( imperfetti ) sostituti per il gusto umano nella fotografia e possibilmente nei video.”
Pensate una cosa del genere applicata alle SERP: non mancano molti natali ve lo assicuro. Personalmente è praticamente da sempre che dico ai miei clienti di curare la qualità e l’originalità delle proprie immagini.
Datevi da fare con quelle Reflex che vi siete fatti regalare!
4 ► Vi lascio qui la chicca dell’anno, condivisa da Mosna su Google Plus: il piano per salvare la rete dall’Internet. Internet e rete vengono usate come sinonimi ma, come giustamente dice l’articolo, non è corretto.
L’articolo sostiene che la rete, il web, nella sua accezione pubblica dove “si fa società e nessuna organizzazione può dire ciò che è giusto e sbagliato” sta venendo fagocitato da spazi falsamente pubblici, reti chiuse quali Facebook, YouTube, Instagram ma anche Whatsapp e Messenger. Questi spazi sono indipendenti dalla rete e anzi ne sostituiscono l’esperienza per moltissimi utenti, ma è una cosa molto pericolosa.
Riguardo al fantomatico piano, di base si tratta di creare una nuova rete completamente wireless ( chiamata airnet contrapposta alla wirent, ovvero Internet ) e peer to peer. Il post è molto affascinante e ne consiglio la lettura, anche se so che lo faranno forse 2 o 3 persone, purtroppo. Vi sfido a dimostrarmi il contrario :). Scherzi a parte, l’evoluzione del web è un argomento molto, molto importante del quale bisognerebbe discutere, questo articolo è un ottimo punto di partenza.
Se volete poi avere una visione ancora più completa del problema, vi consiglio anche l’articolo precedente intitolato “Come il web ha iniziato a morire dal 2014“.
5 ► Direi che come ultimo punto di quest’anno si possa parlare, abbastanza a ruota libera, della SEO nel 2018. Beh, per me sarà la SEO del 2017 al quadrato.
I punti focali della SEO e sopratutto del successo in ambito SEO sono:
- La comprensione intima dei vostri utenti;
- Quello che Google rileva come le preferenze dei vostri utenti in ambito delle singole query. Non quello che pensate voi, ma quello che vi dice il motore di ricerca attraverso le SERP stesse
Quest’anno ho avuto diverse soddisfazioni “semplicemente” studiando tante, tante SERP e dimenticandomi di fare le solite furbate SEO oriented a favore di un focus insindacabile verso i miei utenti. Vi voglio parlare di qualche convinzione che ho maturato durante quest’anno in modo molto sincero, sicuramente mi aprirò a diverse critiche ma penso possa valerne la pena.
- Ho smesso di dare troppa importanza al posizionamento. Non è una metrica significativa di successo di un progetto e della SEO. Google non premia una buona SEO con il posizionamento sulle query, premia con scaglioni di traffico su keyword che sa essere più propense alla conversione, sopratutto in ambito commerciale. Tenete d’occhio i vostri software di web analytics e sopratutto tracciate le vostre conversioni almeno in modo generico.
- Ho smesso definitivamente di badare al volume di traffico delle query in tutti i progetti che non hanno un modello di revenue basato sul traffico puro. Sopratutto non mi interessa più di tanto la parte dedicata a questi dati del Keyword Planner, strumento per AdWords e non per la SEO, mi piace ricordarlo. Quante soddisfazioni da query e sottoquery che riportano volume zero.
- Più in generale mi sono allontanato dai tool quanto più possibile. Abbassano la qualità delle intuizioni. Ormai utilizzo quasi esclusivamente crawler, scraper, log file analyzer, foglio di calcolo e browser ( con annessi dev tools ), tutti strumenti che mi mostrano dati grezzi e non approssimazioni fuorvianti. Il tool principale è il cervello guidato dall’esperienza.
- Ho smesso ( già dal 2016 ) di cercare le “long tail” concentrandomi invece di capire quali sono le “main query” di una data nicchia, dedicando a ciascuna di essa un documento nel sito e studiando e suddividendo gli elementi dei quali sono composte le risposte a queste query. Sarà poi Google a decidere a quali query più specifiche il documento sia effettivamente risposta.
- Ho detto basta a strutture a silo, doppio silo, silo carpiato, silo con fiocco. Concentratevi esclusivamente nel creare sentieri che un utente reale potrebbe percorrere nel vostro sito. Quali sono i documenti centrali che mettono gli utenti sul sentiero giusto? Individuateli e metteteli negli spazi di navigazione.
Nel menu principale mettete i punti di partenza dei sentieri principali.
Nella sidebar quelli dei sentieri temporanei o occasionali, specifici ad esempio di una sessione che inizia da una query specifica ( classico esempio: gli articoli correlati ).
Nel footer le esperienze di servizio che l’utente sa di dover cercare in quello spazio.
Concentratevi senza compromessi sull’esperienza utente pensandola dall’inizio alla fine attraverso i sentieri che idealmente dovrebbe percorrere, cercate di capire se li avete davvero capiti attraverso lo studio dei dati; - Ho smesso di forzare l’internal linking per creare esclusivamente path veramente utili all’utente, fermandomi per riflettere se questi sentieri fossero effettivamente utili o fosse solo una mia fantasia. Ho applicato lo stesso ragionamento ai link esterni: basta mandare link a risorse autorevoli “per la SEO” ma concentrarsi esclusivamente a mandare link esterni” per l’utente”;
- Ho smesso definitivamente di fare link building in senso classico. Boom. I link che voglio per i miei progetti sono esclusivamente collegamenti veri e propri tra 2 siti. Devono nascere da un’interazione umana e di intenti, devono essere utili agli utenti dei siti collegati in ambedue i sensi, quanto più possibile;
- Ho applicato con successo il ragionamento per il quale nei progetti in nicchie dove non c’è conversazione, come i classici prodotti B2B ultra specifici, i link necessari sono semplicemente da “risvegliare”: link dai rivenditori, dai siti dei brevetti, dalle directory verticali professionali. Link che sensatamente esistono già anche nella realtà, anche solo a livello di idee/astratto.
- Ho sperimentato diverse metodologie per creare traffico brand, altro segnale veramente forte nella corsa al “farsi un nome” rispetto a Google. Siate creativi. Partite invitando la gente a cercarvi invece che a mandare direttamente un link. E poi usate la fantasia. Prima o poi vi racconto un paio di storie veramente toste, quando ve lo meritate!
Quanto mi piacerebbe approfondire ogni singolo aspetto. Prima o poi ci riuscirò.